“…La vetta, per l’alpinista, non è una meta di ordine sportivo, bensì di ordine morale, e che l’ascensione di una montagna è atto di grande bellezza umana quando deriva da una esigenza spirituale…”
Bepi Mazzotti
Il rapporto di Mazzotti con la montagna, il suo modo di sentirla e vederla come qualcosa di vivo che “parla”, il suo rispetto ed il suo approccio molto intimo e personale nell’entrare in relazione con essa lo si evince dalle sue stesse parole:
“…Innanzi tutto bisogna salirla a piedi. La montagna ricompensa quasi sempre in proporzione alla fatica che si compie per salirla. Gli spettacoli che essa offre sono evidentemente gli stessi, sia per chi vi sale a piedi sia per chi raggiunge i valichi o le cime in automobile o in funivia. Ma la facoltà d’intenderli è molto diversa non solo come spettacolo in sé ma come coscienza di meritarselo. La fatica ci dà ad ogni istante la prova della sproporzione fra noi e il monte che stiamo salendo…La comprensione del sentimento della montagna si può avere solo in lunghe peregrinazioni, in solitarie passeggiate, in ascensioni su vette facili o difficili, non importa, purché poco frequentate, o meglio del tutto deserte…”