Sulle pagine di un quotidiano locale è apparsa oggi la notizia dell’annunciata uscita del Comune di Treviso dalla compagine che sostiene l’attività della Fondazione Mazzotti dal oltre 25 anni.
Considerata la gravità della notizia l’intero Consiglio di Amministrazione, con affianco i due past president Marzio Favero e Giorgio Palesa, i Soci Partecipanti e il Comitato Scientifico ritengono necessario replicare brevemente alle numerose inesattezze contenute nella notizia apparsa, con lo scopo di fare chiarezza e informare sulla concreta realtà dei fatti.
Andando per punti:
- I bilanci della Fondazione Mazzotti sono redatti nel rispetto della normativa vigente, sono certificati da un collegio sindacale e sono controllati dagli uffici competenti della Regione del Veneto, in quanto Ente dotato di personalità giuridica riconosciuto. Nessuno ha mai rilevato alcunché di poco chiaro o anomalo.
- La situazione patrimoniale della Fondazione, come si evince dai bilanci, non manifesta alcuna patologia, avendo il fondo di dotazione intatto e avendo nel tempo accantonato anche riserve facoltative a scopo precauzionale. L’obiettivo del pareggio di bilancio è sempre stata una priorità ed è sempre stata perseguita con rigore da tutte le presidenze che si sono succedute negli anni; quindi anche la presidenza Palesa ha trovato al suo insediarsi una situazione assolutamente sana e l’ha lasciata sana.
- La gestione della Fondazione, da almeno quindici anni, si regge soltanto in parte sui fondi erogati dai soci fondatori (da sempre insufficienti a garantire l’assolvimento delle funzioni previste dallo statuto che, tra le altre cose, prevede l’apertura di una pubblica biblioteca), mentre circa il 70% degli introiti deriva dall’attività progettuale che la Fondazione svolge e ha svolto per numerosi enti pubblici regionali e non solo (Regione del Veneto; Province di Treviso, Venezia, Vicenza, Belluno; Istituto Regionale Ville Venete; Comitato Nazionale dell’International Council of Museums, solo per ricordare i maggiori). Qualsiasi addetto ai lavori è in grado di confermare che questa politica di autofinanziamento costituisce una scelta obbligata per qualsiasi realtà del terzo settore che oggi intenda non sopravvivere in modo parassitario alle spalle della comunità, ma produrre cultura e quindi vivere del proprio lavoro e della propria capacità progettuale.
- La situazione di difficoltà finanziaria registrata al termine dello scorso anno era congiunturale e dovuta all’allungamento dei tempi di pagamento degli enti locali; tema, ci sembra, talmente noto da non richiedere approfondimenti. Si è rapidamente posto rimedio e oggi il problema risulta superato.
- La cosiddetta “proposta di ristrutturazione” non è opera del dott. Gambarotto, ma della direzione della Fondazione, ed è stato un tentativo di replicare all’irrigidirsi delle posizioni del Comune; piano che non è stato accantonato, ma semplicemente messo in stand by, sulla base dell’accordo intercorso tra i soci fondatori, riunitisi al riguardo il 14 novembre 2011 su sollecitazione della Presidenza della Camera di Commercio, che, come ci è stato ufficialmente comunicato, hanno concordato di soprassedere per procedere ad una verifica a fine 2012. Accordo a cui la Fondazione si è attenuta (come risulta da verbale).
- Il dott. Gambarotto nel corso del 2011 aveva già più volte manifestato la propria intenzione di dimettersi da rappresentante del Comune in Consiglio di Amministrazione, evidenziando la sua oggettiva difficoltà a relazionare correttamente Comune e Fondazione; quindi le sue dimissioni non possono essere messe in rapporto con la delibera di approvazione del bilancio preventivo di dicembre.
- Sul tavolo del Sindaco di Treviso vi è dai primi di gennaio una richiesta del Presidente Saran volta a concordare la nuova rappresentanza del Comune in CdA e a riprendere positivamente un dialogo evidentemente interrotto, che ci auguriamo venga presto accolta.
- Il Comune di Treviso, in tanti anni è stato ampiamente beneficiario della Fondazione, per molteplici attività, che certamente non corrispondono neanche minimamente in termini di valore al contributo dato (la gestione di un polo bibliotecario e archivistico, ma anche attività di progettazione e consulenza svolta sovente a costo zero, come quella di affiancamento scientifico per la stesura del progetto museologico in occasione del bando POR che ha portato al finanziamento del Nuovo Bailo, del valore di oltre 800.000 euro).
- La pretesa di far vivere la Fondazione dei soli contributi degli enti (chissà perché ritenuti “sicuri”) è semplicemente illogica, e sembra mirare più al depotenziamento della Fondazione che alla sua presunta “sicurezza”; questa è la principale ragione per cui il Consiglio a maggioranza si è opposto.
Per concludere la Fondazione è un’istituzione culturale di grandissimo prestigio che si ispira all’opera di un grande trevigiano come Bepi Mazzotti e guarda alla civiltà veneta come ad un fattore di sviluppo, ma soprattutto è una risorsa per la città di Treviso (recentemente per esempio ha dato asilo ai fondi del Cai e dell’Ateneo di Treviso). La partecipazione del Comune di Treviso a questa istituzione è nell’ordine del 5% del bilancio, quindi trascurabile, ma senz’altro rilevante da punto di vista simbolico. Se il Comune deciderà inopinatamente di non rinnovare la propria adesione saremo nostro malgrado obbligati a prenderne atto, ma sia chiaro che la scelta non ha alcuna motivazione fondata, men che meno di natura economica.
Giancarlo Saran (Presidente)
Marzio Favero (Past President 1999-2008)
Giorgio Palesa (Past President 2009-2011)
Anna Mazzotti Pugliese (Vicepresidente)
Tiziano Simonato (Consigliere per la Provincia di Treviso)
Margherita Pagotto (Consigliere per la CCIAA di Treviso)
Ricardo Stocco (Socio partecipante)
Marco Compiano (Socio partecipante)
Ulderico Bernardi (Comitato Scientifico)
Roberto Santolamazza (Comitato Scientifico)
Giacinto Cecchetto (Comitato Scientifico)
Renzo Secco (Comitato Scientifico)
Alberto Prandi (Comitato Scientifico)
Luca Baldin (Direttore)